I miei genitori scopavano sempre e mi piaceva guardarli. Il mio primo ricordo è mamma in ginocchio che sussulta sotto i colpi del bacino di papà. Mi godevo lo spettacolo e mi succhiavo le gengive.
Una scrittura diretta, ritmi serrati e due destini che, inevitabilmente, s’incrociano. Questi gli elementi alla base di “Cometa”, il nuovo libro di Gregorio Magini, edito da Neo.
La storia è quella di Raffaele e Fabio, due ragazzi completamente diversi tra loro, destinati a diventare amici.
La prima parte del romanzo racconta l’infanzia dei due, evidenziando la loro diversità.
Raffaele cresce in una visione del mondo espansionistica e col bisogno di affermarsi, mentre per Fabio il mondo è destinato a implodere, pertanto ritiene più saggio rifugiarsi nel mondo fantastico di internet.
I due s’incroceranno casualmente e, pur senza avvicinarsi troppo, creeranno un legame e tenteranno di affermare il proprio posto in società.
Un libro che ho trovato bello ma, allo stesso tempo, molto enigmatico. Spazio, adesso, alle parole dell’autore…
Cometa. Come e quando è nata una storia così articolata? In principio Raffaele e Fabio (i protagonisti)ero io. Volevo raccontare la storia della mia vita sentimentale. Non che vi sia niente di straordinario. Però mi era venuto voglia di andare incontro al voyeurismo del lettore, che spesso cerca, nel romanzo, almeno quanto il piacere di una storia, una finestra su una vita alternativa, che ama immaginare più interessante e significativa della sua. Mi misi a scrivere aneddoti buffi ispirati alle mie relazioni passate: donne, fidanzate, incontri fugaci, ecc., mentendo qua e là per rendere il racconto più interessante. Insomma, l’autofiction. Ma poi mi sono scontrato col fatto che (a) come dongiovanni sono fallitissimo; (b) anche se fossi un dongiovanni di successo, non avrei motivo di vantarmene, anzi ringrazio la sorte di avermi reso abbastanza insicuro da non smettere mai di percepire l’egoismo e la disumanità del predatore sessuale; (c) in ogni caso ho sempre preferito i videogiochi allo stress del corteggiamento amoroso. Non restava che inventarmi tutto, dunque far esplodere la fiction a discapito dell’auto(biografia). Ma inventarsi una buffa serie di conquiste? Che squallore. Quello che era iniziato come una ricerca di autenticità, si sarebbe ribaltato in una fiera dello sbrodolarsi addosso. E così mi è toccato fare a pezzi il progetto iniziale, mandare a monte l’autofiction e dividere le mie storie in due categorie: quelle che erano finite male, o non erano nemmeno cominciate, perché mi ero comportato male (Raffaele), e quelle che erano finite male perché non ci avevo capito niente, di solito perché pensavo ai videogiochi e ai miei mondi di fantasia (Fabio). Poi i personaggi hanno preso vita propria. Alla fine l’autofiction è rimasta nella prima e nella terza parte (quelle in prima persona),solo come parodia, come autofiction di qualcun altro.
Raffaele e Fabio(i due protagonisti)hanno caratteri diametralmente opposti. Ciò nonostante il loro legame diviene forte. Quale è il loro segreto? È giusto, hanno caratteri psicologicamente opposti.Ma come “soggetti” sono simili. Ovvero, uno è estroverso e l’altro è introverso, ma vivono la stessa impraticabilità del contatto con gli altri, la stessa alienazione, lo stesso ultimo scampolo di “blocco storico”: quello della classe media occidentale in decomposizione.
Quanto c’è di te in ognuno dei protagonisti e in quale dei due ti riconosci di più? Come dicevo prima, Raffaele e Fabio ero io. Francamente l’idea era di provare a guadagnare una prospettiva critica, e smettere di identificarmi con loro. È una condanna, essere costretti a comportarsi in un certo modo, perché “siamo fatti così”. Preferisco, adesso che il libro è finito, tornare nel vago, pensare ad altro. In perfetta incoerenza.
L’amicizia è uno dei temi portanti di questo libro, anche se qui ha un connotato enigmatico. Quanto è importante per te questo sentimento? L’amicizia è un’utopia politica. Non sono un fanatico della “distruzione della famiglia”, ma immagino o cerco d’immaginare un mondo in cui gli affetti familiari cedono parte del loro ruolo di fondamento della società a favore di una molteplicità di affetti amicali. Un ampliamento del campo di significati dell’amore senza riproduzione, insomma.
Ci sono aneddoti particolari legati alla stesura del libro che puoi raccontarci? Niente di particolarmente interessante, sennò l’avrei raccontato direttamente nel libro.
Hai avuto ripensamenti circa il tema o le parole da usare? A parte il fatto che ho riscritto tutto tre volte? Non proprio.
Cos’hai provato quando il tuo manoscritto è divenuto qualcosa di tangibile? Non molto. Impiego parecchio tempo immaginando cose che accadranno, potrebbero accadere o vorrei che accadessero, perciò avevo già scontato l’emozione di vedere il libro uscire dalla scatola, sfogliarlo, annusarlo, guardarlo in controluce, strusciarmelo sulla faccia ecc. decine di volte prima che accadesse nella realtà, assaporando molte diverse sfumature di soddisfazione, gratitudine, orgoglio, commozione, ansia, ecc.
Quali suggerimenti vorresti dire a chi desidera intraprendere la carriera di scrittore? Impara a mentire.
L’ultimo libro letto e il tuo romanzo preferito. Il congresso di futurologia di Stanislaw Lem, un romanzo breve straordinario che parte da un’idea semplice: come sarebbe un mondo in cui tutte le funzioni mentali sono alterabili tramite sostanze chimiche sintetiche? Inizia come una satira e finisce come un delirio psichedelico. Credo che il mio romanzo preferito sia La montagna incantata, perché è l’unico romanzo che ho mai avuto la pazienza di rileggere.
Progetti editoriali futuri? Sto contribuendo con un capitolo a un lavoro collettivo sulla figura del nerd nella storia e nella cultura contemporanea. Poi qualche articolo e racconto. Più in là, sto pensando una storia, una fiaba horror, interamente ambientata in una foresta, con una ragazza che si mette alla ricerca di un uomo scomparso e finisce per perdersi e mettersi in pericolo. La domanda è: il maschio occidentale merita compassione? c’è qualcosa in lui per cui vale la pena di salvarlo? o deve estinguersi?
Titolo: Cometa
Autore: Gregorio Magini
Genere: Romanzo di formazione
Casa editrice: Neo
Pagine: 248
Anno: 2018
Prezzo: € 15,00
Tempo lettura media: 3 giorni
Consigliato a chi: Desidera una lettura leggera ma incisiva, per chi vuole dei contrasti forti e spunti di riflessioni generazionali.
L’autore:
Gregorio Magini, classe 1980, vive e lavora a Firenze come programmatore di diversi siti web. La Famiglia di pietra è il suo primo romanzo pubblicato con Round Robin Editrice (2010). Insieme a Vanni Santoni ha fondato SIC – Scrittura Industriale Collettiva, tale progetto ha dato vita al romanzo Il territorio nemico pubblicato da Minimum Fax (2013).
Ivan