Lettore medio

Nella stanza dell’imperatore (Sonia Aggio)

Perché si è ostinato a sopravvivere, quel giorno a Tarso? Per le parole di due streghe, due streghe! Gli hanno promesso qualcosa di grande – e ora eccolo: Giovanni Zimisce, punito per la sua arroganza. Se avesse prestato attenzione ai segnali, invece che alle profezie… se avesse dato ascolto al suo istinto, forse avrebbe evitato tutto questo. Abbassa le mani. Com’è venuta, la rabbia se ne va. Non ha la forza di trattenerla.

Quest’anno il Premio Strega mi ha permesso di viaggiare nel tempo, di tornare a un’epoca così poco raccontata in letteratura, il X secolo d.C., gli anni dell’Impero Romano d’Oriente e l’ascesa al potere di Giovanni Zimisce I.

A traghettarmi “Nella stanza dell’imperatore” (edito da Fazi) le parole asciutte e dirette di Sonia Aggio, che in poche pagine accompagna il lettore nelle fasi più importanti della vita di Giovanni Zimisce, valoroso condottiero prima, impietoso imperatore poi, personaggio tormentato sempre.

Dal racconto di Aggio emerge la dualità di Zimisce: umanità e fragilità si contendono lo spazio con la rabbia e il rancore per poter sopravvivere in un mondo crudele e spietato. È una vita segnata dalla lotta la sua, dai tradimenti e dalle morti – dovute non soltanto dalla guerra, ma anche dalla malattia – e anche nei momenti più disperati tutto pare fare parte di un disegno più ampio, di un destino all’apparenza inevitabile che promette di dare un senso al dolore e alle perdite subite. Ma quando il destino alla fine si compie, cosa resta dell’uomo che ha tanto lottato per adempierlo? È valsa la pena uccidere, sacrificare, soffrire per un potere tanto fragile e volubile, per una vendetta tanto vuota e insoddisfacente?

La narrazione, simile all’ode di un cantastorie, riassume i fatti che hanno portato Giovanni Zimisce sul trono bizantino – le relazioni complicate con la famiglia materna, i Foca, e con quella paterna, i Curcuas, ma soprattutto con Niceforo, l’imperatore che l’ha preceduto – portando il lettore a una lettura di testa, più che di pancia, e a una riflessione lucida sulla violenza e l’instabilità di quel periodo storico in particolare.

L’approccio di Aggio al racconto storico, privo di fronzoli, spiegazioni o digressioni, può non essere per tutti; ai lettori come la sottoscritta, più inclini a una narrazione “emotiva” e “romanzata”, potrebbe risultare difficile calarsi completamente nella storia e saltare da un evento all’altro – tra passato e presente – senza il giusto tempo per soffermarsi su di essi e assaporarne emozioni e implicazioni.  Sembrerà loro di accompagnare Zimisce nella sua corsa al destino senza prendersi del tempo per conoscere a fondo i personaggi ed empatizzare con essi.

Ai lettori più vicini alla Storia nuda e cruda, invece, piacerà il dispiegarsi dei fatti, la trama di strategie intessuta per espandere, convertire e trionfare a discapito del resto. Un gioco di potere disposto a sacrificare l’umanità delle sue pedine per la gloria eterna.

Titolo: Nella stanza dell’imperatore

Autore: Sonia Aggio

Casa editrice: Fazi Editore

Genere: Storico

Pagine: 300

Anno edizione: 2024

Prezzo: € 18,00

Tempo medio di lettura: 3 giorni

Da leggere con: Una birra fredda

L’autrice

Sonia Aggio è un’autrice italiana. Laureata in Storia, ha lavorato come bibliotecaria. I suoi scritti sono stati segnalati più volte dalle giurie di premi importanti come il Premio Calvino e il Premio Campiello Giovani. Tra il 2018 e il 2020 ha collaborato con il lit-blog «Il Rifugio dell’Ircocervo» e, nel tempo, ha pubblicato diversi racconti su «Lahar Magazine», «L’Irrequieto», «Narrandom» e «Altri Animali». Con Fazi Editore, nel 2022, ha pubblicato il suo primo romanzo, Magnificat, e nel 2024 Nella stanza dell’imperatore, incluso nella dozzina finalista del Premio Strega 2024.

Claudia

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